Il quadro di Magritte ci pone davanti a una scena surreale: forse un sogno, ma un sogno capace di suggerirci alcune riflessioni circa la ricerca e la realizzazione della nostra identità.
Vediamo due figure umane, una accanto all’altra. Da un lato un uomo di spalle, giacca scura e cappello, che guarda verso il mare sovrastato da un cielo azzurro solcato da nuvole bianche. Accanto, il suo alter ego: stesso profilo ma questa volta il cielo, il mare e la spiaggia “sono dentro”, riempiono la figura, che si staglia contro una tenda rossa, forse un sipario.
Tante volte anche noi abbiamo la sensazione di uno sdoppiamento: qual è il vero io? Quello della vita di ogni giorno, con le sue occupazioni e i suoi impegni, socialmente accettato o almeno desideroso di essere considerato accettabile? Oppure l’io sognato, l’io ideale, quello capace di dare forma ai desideri più nascosti, un io più fantasticato che reale? Questo sdoppiamento è spesso causa di sofferenza e di confusione.