Décalcomanie

Questa opera fa parte del progetto di Ripristino della Pensilina di Bragno, realizzato nel marzo 2024 con l’azienda Quidam di Cairo Montenotte.

Per scoprire i dettagli dell’iniziativa è presente una pagina dedicata all’iniziativa.

  • René Magritte
  • Stampa su vetro
  • Centre Pompidou, France
L’opera prende il nome dalla tecnica decorativa, in voga negli anni Sessanta, che consisteva nella trasposizione di un’immagine da un foglio a un’altra superficie. Il dipinto è una delle ultime opere di Magritte, realizzata un anno prima della morte. Come ricorre nella sua produzione fin dagli anni Venti, la tela è incentrata sul concetto di multiplo: l’uomo, privo di identità e di spalle, rappresentato sulla sinistra, non è nient’altro che il risultato del ritaglio della sua stessa silhouette sagomata sul drappo rosso. Una sagoma che permette di scorgere il cielo e il mare verso cui anche l’uomo a sinistra sta guardando.

Il quadro di Magritte ci pone davanti a una scena surreale: forse un sogno, ma un sogno capace di suggerirci alcune riflessioni circa la ricerca e la realizzazione della nostra identità.
Vediamo due figure umane, una accanto all’altra. Da un lato un uomo di spalle, giacca scura e cappello, che guarda verso il mare sovrastato da un cielo azzurro solcato da nuvole bianche. Accanto, il suo alter ego: stesso profilo ma questa volta il cielo, il mare e la spiaggia “sono dentro”, riempiono la figura, che si staglia contro una tenda rossa, forse un sipario.
Tante volte anche noi abbiamo la sensazione di uno sdoppiamento: qual è il vero io? Quello della vita di ogni giorno, con le sue occupazioni e i suoi impegni, socialmente accettato o almeno desideroso di essere considerato accettabile? Oppure l’io sognato, l’io ideale, quello capace di dare forma ai desideri più nascosti, un io più fantasticato che reale? Questo sdoppiamento è spesso causa di sofferenza e di confusione.